E’ ammirabile in tutta la sua bellezza, in una sala completamente rinnovata, la Chimera d’Arezzo, capolavoro dell’arte etrusca, opera iconica e simbolo del Museo Archeologico Nazionale di Firenze che la ospita, numero uno del suo inventario. La nota statua in bronzo raffigurante la leggendaria creatura della mitologia greca, con il corpo di leone, una testa di capro sul dorso ed una coda a forma di serpente, fu rinvenuta il 15 novembre del 1553 durante gli scavi per la costruzione di un bastione delle mura di Arezzo e appartenne al Granduca di Toscana Cosimo I de’ Medici, diventando uno dei pezzi più pregiati della sua collezione.
Ora la si può apprezzare in tutte le sue caratteristiche in maniera più approfondita grazie alla veste immersiva del nuovo allestimento teso a favorire un rapporto più personale con l’opera.
La riapertura della sala della Chimera rappresenta anche un momento significativo importante nella storia del Museo, segnando il passaggio dalla Direzione regionale dei Musei nazionali della Toscana, guidata da Stefano Casciu, al nuovo Istituto autonomo del Museo Archeologico Nazionale di Firenze, istituito ne 2024, affidato al direttore Daniele Federico Marras.
